Tuesday, September 25, 2007

Malawi e Ciao Saskina





























1) Tuffi

2) La nostra casetta (ultima a sinistra)

3) L'aquila pescatrice

4) Il pescatore rammenda le reti

5) Cena di saluto a Saskia con i dipinti di mio padre sul muro

6) Alba

7) Selvaggio alla laguna blu

8)Il trio


Cari amici,

ho così tante cose da scrivervi che non so davvero da che parte cominciare.
Beh, la grossa novità è che giovedì Saskia è partita dopo 3 bellissimi e intensi mesi qui a Chikuni e dunque ora sono un po’ più solo. Inizierà l’università (finalmente potrò dire: la mia ragazza studia all’università e non più: la mia ragazza studia al liceo…) e frequenterà la facoltà di antropologia politica e della comunicazione, una di quelle complessissime lauree che solo i paesi nordici sanno sfornare.
Come vi avevo già scritto, a metà agosto sono partiti anche i miei dopo un mese. Da quel che mi dicono non hanno subito traumi da rientro, ma un po’ di mal d’Africa pare che attanagli l’assessore allorquando durante i consigli comunali a Selvazzano si discuta 3 ore se va rifatto o no il marciapiede davanti a casa del sindaco.
Prima che Saskia partisse siamo andati una settimana in Malawi, famoso in tutto il mondo per essere stato al centro della compravendita/adozione di uno dei figli di Madonna. Beh, ci crederete o no dopo quasi due anni i giornali locali ne parlano ancora, visto che di recente il padre del bambino che Madonna ha “comprato”, ha avuto la brillante idea di mettere in cinta di nuovo la moglie, chissà che passino per di là Angelina Jolie o Mia Farrow.
Madonna a parte, il Malawi può offrire al mondo un altissimo tasso di malati di HIV e un lago meraviglioso, il quarto più grande d’Africa.
La particolarità del lago Malawi è che ha una popolazione enorme di pesci tropicali. Avete presente “In cerca di Nemo” o Superquark quando parla delle barriere coralline? Rapportatele ad un lago. Immaginate che moltissime specie di pesci colorati che si trovano negli acquari di tutto il mondo viene proprio da lì.
Aggiungeteci che è abbastanza vicino da dove abito io (circa 1200 km) ed è molto economico, e scelta fatta.
Siamo partiti sabato pomeriggio 8 settembre alla volta di Lusaka e poi alle 6.30 del mattino eccoci alla stazione dei pullman cercando di scartare gli eufemisticamente assillanti ragazzi delle diverse compagnie.
Ma noi sapevamo già quale scegliere: CR Holdings, che veniva additata dalla guida di Saskia e da un paio di amici zambiani come la più affidabile, seria, puntuale etc.
Dopo 30 minuti che aspettavamo che l’autobus si riempisse vediamo che tutte le persone sull’autobus iniziano a scendere. Chiediamo cosa succede e ci dicono che per un guasto al motore verrà preso un autobus sostitutivo. Mi volto verso Saskia e commento: però, hanno anche l’autobus sostitutivo, questi si che ci sanno fare.
Si parte con solo un’ora e mezza di ritardo e iniziamo a goderci i panorami secchi e selvaggi dell’Est. Dopo due ore e mezza attraversiamo il fiume Luangwa e iniziamo la salita verso le colline. L’autobus, strapieno inizia ad arrancare. Saskia mi chiede: è normale questo rumore? Ma si, le rispondo, avrà messo in prima e il motore fa fatica…parole sante, dopo 3 secondi fumata dal motore e tutto l’autobus invaso da una nube tossica di olio e morchia. Fuggi fuggi, da parte degli zambiani per uscire, i 4 bianchi presenti escono con calma.
L’autobus si era fermato in mezzo alle colline, in mezzo al nulla.
Undici e mezza di mattina dell’inizio della stagione calda, pochi alberi e un’attesa infinita.
Saskia prova a chiedere cosa succede: rotto il cambio. Si sistema? Forse. Dopo un’ora. No, arriva l’autobus da Lusaka. E’ già partito ci dicono.
Intanto chiacchieriamo con due ragazzi svizzeri che stanno andando a vedere il South Luangwa, meraviglioso parco naturale al confine con Malawi.
Dividiamo salame e formaggio.
E le ore passano.
Intorno alle 14.30 sentiamo un urlo. Bus in vista? Macchè, solo lo Zambia che vince in Sud Africa per la gara decisiva per la qualificazione alla Coppa d’Africa 2008. Alla fine il risultato sarà 3-1 e Zambia qualificato. Ma intanto del bus nemmeno l’ombra.
La cosa più sorprendente è che nessuno si lamenta, nessuno dice niente. Passività di tutti i passeggeri. Qui in Zambia è un po’ così. Dura che cambi qualcosa se non c’è una volontà al cambiamento anche nella quotidianità. Ad un collega di una mia amica che lavora al ministero dell’economia, quindi non il primo contadino analfabeta per intenderci, muore la figlia di due anni per mala sanità e non curanza dei medici. Commento: è Dio che ha voluto così. Dio? Ma cosa c’entra Dio. Denuncia l’ospedale, no perché se l’ha voluto Dio...
Quindi forse Dio ha voluto che quel maledetto bus si rompesse in mezzo al nulla per testare la nostra pazienza deduco…
Comunque alle 18, dopo 7 ore, è arrivato il bus sostitutivo. Deduco che gli autisti abbiano visto la partita e poi siano venuti da noi.
Alle 23 eravamo a Chipata, non ridente cittadina al confine.
Notte breve e sveglia alle 5 per prendere taxi e percorrere gli ultimi 15 km che ci separavano dal Malawi. Tassista sciroccato e rastamanno con Bob Marley a apalla per la città addormentata.
Tutto ok per le pratiche di immigrazione ed eccoci in Malawi, ancora un paio di taxi e minibus e alle 8 siamo a Lilongwe, la capitale. Cittadina piccolina e molto più carina dell’orrida Lusaka.
Gli autobus malawiani, sono molto ma molto peggio di quelli zambiani, mi era stato detto, ed in effetti non era del tutto sbagliato.
8 ore per fare 370 km e ad ogni salita si pregava o incitava, ma almeno niente rotture improvvise.
Il Malawi ha la particolarità di avere delle montagne che sono molto alte ed è stato strano vedere in Africa delle…pinete! Pare che siano parte di programmi di riforestazione dello stato, per sopperire al taglio selvaggio.
Alla sera, intorno alle 20 siamo arrivati in questo piccolo paradiso chiamato Nkhata Bay, non prima di avere bucato con l’ultimo taxi ed essere arrivati al lodge scortati dall’autista del taxi e il suo amico, che aveva voluto accompagnarci per fare 4 chiacchere.
Lodge bellissimo e tutto per noi. Capanna sulla scogliera e cena di pesce.
La settimana si è svolta tra spiaggia, giretti con la barca, boccaglio e pesci colorati e qualche visita alla locale cittadina, molto bella, poteva ricordare San Vito Lo Capo e qualche ex bel luogo di villeggiatura pittoresco e pieno di pescatori prima del boom del turismo in Italia e conseguenti imbruttimento e cementificazioni.
Siamo diventati amici (soprattutto Saskia) dei venditori di souvenir (molto belli)….i souvenir non i venditori.
In particolare in un banchetto avevo visto un meraviglioso backgammon intarsiato e lavorato e ho chiesto al rastone dietro al banco a quanto lo vendeva.
Questo, chiaramente fattissimo, ci guarda e fa: amici questo non posso vendervelo. Perché? Chiedo.
Ha un segreto…dentro c’è un chilo di erba.
Ah…
Sapete lo spedisco per 500 dollari in Inghilterra, ma posso farvene un altro, pieno o vuoto, ovviamente il prezzo cambia.
E ci ha fatto vedere che praticamente tutta la sua mercanzia, da tavoli a sedie di legno, potevano essere smontati e riempiti di marijuana.
Noi ci siamo accontentati del backgammon VUOTO e di altre cosette…VUOTE!
Sempre nel mercatino sulla strada c’erano altre bancarelle che abbiamo visitato. In una in particolare si è svolta una simpatica scenetta.
Ci siamo avvicinati più per curiosità che per fare acquisti e ovviamente un tipo ci ha attaccato un bottone che non finiva più.
Mi ha chiesto cosa compravo. Niente, non ho soldi (parzialmente vero). Allora mi fa: hai qualcosa da scambiare? Guardo se potevo barattare qualcosa, ma non avevo nulla in tasca.
E lui: per cosa mi dai le tue ciabatte? Io un po’ sorpreso per effettuare un acquisto con baratto (mi veniva in mente Putto cosa avrebbe detto assistendo ad una transazione economica medievale pre-monetaria ) butto lì: quell’elefante e dei porta tovaglioli a forma di pesce.
Il tipo inizia a menarla sul fatto che era troppo e le ciabatte erano vecchie (ma intanto le stava già provando, almeno 3 numeri in più del suo piede) . Allora ho tirato fuori l’equivalente di 50 centesimi di euro, tutto quello che avevo in tasca e un accendino, trovato per terra da qualche parte.
E gli faccio: scusa ma un elefante piccolo e due portatovaglioli è poco, dammi almeno un altro portatovaglioli.
Malvolentieri il tipo si gira e me ne dà uno. Io lo guardo e vedo che ha la coda rotta (erano a forma di pesce). Glielo faccio notare.
Allora lui mi guarda e mi fa: non è rotta, è solo che anche in natura, sai come è, magari un pesce grande mangia la coda ad un pesce piccolo e quindi può essere che ci siano pesci non perfetti…avete capito bene. Mi stava rifilando un bidone, argomentando perfettamente perché.
Ci crederete o no, sono andato via scalzo e con un portatovaglioli monco!
A fine settimana siamo rientrati in Zambia, non dopo aver scroccato un passaggio, sulla via del ritorno, ad un malawiano laureato a Berkley che aveva preferito ritornare nella sua terra piuttosto che gli agi della vita americana…grande!
L’ultima avventura si è svolta al confine.
Quando si esce dallo Zambia e si vuole rientrare in un tempo inferiore ai tre mesi, c’è bisogno di un permesso speciale. Se lo fai qualche giorno prima, paghi solo 1 dollaro, se lo fai al momento di varcare la frontiera devi sborsarne 25.
Io l’avevo fatto, per Saskia non c’era stato tempo.
Quindi ci rechiamo allo sportello e do in mano al funzionario 100,000 Kwacha, l’equivalente in moneta locale dei 25 dollari.
Mi spiace, ci fa, ma dovete pagare in dollari. Come scusi? Ma da quando? Eh si…
E Saskia: ma come faccio io, che sono tedesca e vengo dal Malawi, ad avere 25 dollari con me? (Non faceva una piega in effetti).
Al che il signore dall’altra parte del vetro abbozza una spiegazione, e poi ci dice. Aspettate che apra la banca e cambiate….si, ma oggi è domenica. Ah…cosa si può fare allora? Capite, era lui che lo stava chiedendo a me.
Io gli dico: per favore, cerchiamo di risolvere, non voglio aspettare che apra domani e intanto Saskia brontolicchiava.
Allora lui mi chiede 100,000K che gli passo, pensando che finalmente si è arreso.
Invece me ne ridà indietro 50,000K e mi fa: tua moglie (sic!) si è lamentata tanto, così ti faccio un piccolo sconto….e così adesso sono a due corruzioni inconsapevoli sul mio curriculum!

2 comments:

serena said...

Ciao Marcotto (Marco+corrotto)...
interessante avventura...la parte ke mi è piaciuta di + è senz'altro quella del portatovaglioli monco è fantatica geniale!
Un bacio
Sere

serena said...

Buongiorno,
ma insomma io vengo in ufficio solo per vedere se ci sono aggiornamente sul blog e tu mi lasci per 1 mese senza notizie..
Baci
sere