Wednesday, April 25, 2007

Ragazzi,

vi scrivo mentre sto facendo un workshop in un villaggio della valle.

Come si organizza un workshop in Zambia?

Qualche giorno prima si va in villaggio e si discute con la trainer riguardo agli argomenti che verranno trattati.

Poi si decide il menu che verrà proposto ai clienti.

Essendo il workshop di tutta la giornata (ore 9 – virtuali – fino alle 16 - reali) dobbiamo procurare anche il pranzo.

Quindi Wilson, il mio fido Credit Officer che vive nel medesimo villaggio, va a fare la spesa: 1 capra e 1 pollo al giorno per il gruppo (35 clienti, 3 dello staff, la trainer e mariti e figli al seguito) più le verdure. Si è concordato che le verdure le portano i clienti, a parte i cavoli, e per il resto tutto sotto la voce di budget: training material.

La locale scuola ci ha dato in comodato gratuito una classe e siamo qui da stamattina a parlare di parità di genere, opportunità per le donne etc. ovviamente tutto in Chitonga, la lingua della Southern Province dello Zambia.

Quindi dopo 4 ore di discreta dis-attenzione ora sono crollato in stato semicomatoso, causa anche il pasto super corroborante e per rimanere sveglio ho deciso che vi scrivo un po’.

Sotto avete visto delle foto. Sono tutte fatte durante la cerimonia del Kuomboka, ossia il trasloco del re dei Lozi, popolazione a ovest dello Zambia, dalla residenza estiva a quella invernale.

Questo trasloco si rende necessario causa l’inondazione della piana dello Zambesi che costringe il re a trasferirsi nella residenza di collina. Poi a giugno, con una cerimonia più piccola, il re tornerà in pianura.

La cerimonia avviene un sabato X deciso dal Barotseland Royal Establishment, ossia il consiglio dei ministri del Regno del Barotseland. Nonostante lo Zambia sia a tutti gli effetti una repubblica, vi sono ancora molti regni tradizionali riconosciuti anche dalla costituzione. Se non sono re, si chiamano semplicemente Chief, ossia il Capo.

Quindi al mattino si parte di all’alba da Mongu, la città (parola grossa) maggiore del distretto (siamo a 600km a ovest di Lusaka) e si va in barca verso Lealui.

Questo almeno sulla carta. Perché a noi la polizia ci ha fermato mentre navigavamo tranquillamente verso la residenza estiva e ci ha fatto attraccare in un villaggetto – immaginatevi Burano 200 anni fa – perché non avevamo i giubbotti di salvataggio. In effetti l’anno scorso è morto un giornalista keniano e da quest’anno sono obbligatori i giubbotti o almeno i salvagenti Quindi siamo stati fermi una buona ora e poi siamo ripartiti, senza giubbotti ma sperando nell’inefficienza della polizia locale. Così siamo giunti a Lealui, giusto in tempo per vedere il re, in compagnia del presidente dello Zambia, uscire dl palazzo e salire in barca.

2 righe per descrivere una cerimonia durata 2 ore, con corteo, discorsi interminabili, ringraziamenti, colonna sonora etc.

Tutto molto colorato, in particolare per i simpatici cappelli rossi, dalla vaga forma delle cuffie per la doccia che indossano tutti, anch’io come potete ammirare.

La barca reale era sormontata da un elefante di plastica che muoveva la proboscide e fatta navigare da una settantina (almeno) di rematori, selezionati nella cerchia della famiglia reale.

Dietro di questa avanzavano altre barche, quella della regina e pochi altri stretti dignitari.

Verso le 12 la barca si è staccata dalla riva e si è avviata verso Limulunga, sita a pochi km di distanza, ma l’avanzamento è lento e l’imbarcazione ci impiega circa 6 ore a raggiungere il porto dall’altra parte.

All’arrivo è un delirio. Ci sono migliaia di persone lungo il percorso che dal porto va verso il palazzo.

La barca del re non attracca immediatamente ma fa una serie di movimenti rituali prima di fermarsi al molo. Il delirio della gente aumenta, le urla, il sudore, l’alcool, i palpeggiamenti per cercare carne oppure portafogli.

Insomma, come avete capito le foto spiegano il 5% di quello che ho fatto in quel weekend. Se ci mettete poi che ne sono successe di tutti i colori tra cui furti, ritardi, quasi affondamenti, etc….dovevate essere lì con me.

La più bella e sicuramente da raccontare è il furto della borsa di Luciano, il volontario CeLIM che ci ospitava.

Io e Luciano andiamo a prenotare il ristorante per la sera.

Abbiamo due macchine, mettiamo le 4 frecce e Luciano entra, io lo aspetto fuori con la macchina parcheggiata di fronte alla sua.

Torniamo a casa e Luciano si accorge che la borsa non c’è. E’ stata dimenticata da qualche parte? Si rifà il percorso inverso. Niente.

Mi accorgo che il finestrino di Luciano è abbassato. Lo era anche al ristorante? Facile che qualcuno abbia messo un braccio dentro e ciao ciao borsa.

Cosa c’era dentro la borsa? Portafoglio con 1.000.000 di K (circa 200 euro), passaporto, permesso di lavoro etc.

Insomma, un disastro.

Luciano, carissima persona, ma un po’ nevrotico, inizia a sclerale e piange, dà testate al volante, inveisce contro sé stesso e gli zambiani, dice di voler partire per Lusaka a fare denuncia…insomma avete presente quando si ha uno schizzo mentale? Ecco.

Peccato che tutto ciò fosse accaduto sotto gli occhi degli amici e anche del suo Prof.re di dottorato, che ufficialmente visitava lo Zambia per discutere di argomenti scientifici, ma questa missione assomigliava molto ad una gita turistica con moglie a carico. Il primo che si lamenta che l’università italiana non ha soldi, vada a vedere i costi dei viaggetti scientifici dei professori, poi se ne riparla. Cosa molto positiva, il prof era gentilissimo e ci ha offerto quando ha potuto.

Siamo dunque tornati alla scena del crimine, il ristorante.

Sono le 20 ed è ora di mangiare. Luciano vaga per la via in stato catatonico e morale a terra. Improvvisamente Laura, moglie di Michele, altro volontario della grande famiglia CeLIM, ha un’illuminazione: perché non offrire una ricompensa a chi troverà la borsa? Il misfatto si è consumato dopotutto davanti a un ristorante, con un mercato a fianco, impossibile che nessuno abbia visto.

Luciano si dirige dal padrone del ristorante, un libanese con le fattezze da lottatore di sumo ucraino, dalla guardia dello stesso (ristorante non lottatore), dai baracchini, dai parcheggiatori.

Ci iniziano ad arrivare delle voci: Ma ho visto qualcuno, vedrai che la troviamo, secondo me fra poco la riavrete etc.

Dopo 10 minuti e una birra, Luciano viene avvicinato da un tassista che gli dice: se mi dai qualcosa ti porto chi ha “trovato” (testuali parole) la tua borsa.

Detto fatto: dopo altri 10 minuti ecco materializzarsi in mano ad un tipo la borsa di Luciano. E qui, coadiuvato da Michele, che in Centro Africa pareva essere uso a queste cose, Luciano inizia a contrattare con il ladro, l’amico, il tassista, la guardia il prezzo per riavere la sua borsa.

Immaginate questa scena: 10 persone sudate ad un tavolo con cena in arrivo che guardano un gruppo di persone 2 bianche e almeno 7-8 nere che discutono attorno a qualcosa dall’altro lato della strada, più le comparse ovvero tutte le persone della via e gli avventori del ristorante.

Poi Luciano si siede a tavola con la borsa in mano e controlla cosa è rimasto dentro. Tutto! Compreso il milione di kwacha. Il ladro non aveva nemmeno aperto la borsa…no comment.

Ma non è finita. Luciano ri-esce e paga i protagonisti: ladro, amico, tassista e la guardia che ha fatto da mediatore. Il libanese ci avrà messo qualcosa nel conto.

Visto che Luciano deve abitare a Mongu per un altro anno e mezzo, almeno che abbia dalla propria parte la mala locale.

Luciano si siede al tavolo e iniziano i giri di birra, offerti con i soldi rimanenti dopo l’esborso della “ricompensa”.

Tutto bene quello che finisce bene? Non ancora.

Si avvicina al tavolo niente popò di meno che…il ladro che ringrazia Luciano (che ricambia!) e gli chiede se può aiutarlo a trovare un lavoro. Magari come contabile del progetto, aggiungiamo noi.

E non se ne andava più! Ho rubato perché avevo bisogno, non ho un lavoro, mi spiace…

Per concludere, la guardia si è avvicinata e ci ha detto: la prossima volta, state attenti a lasciare le borse in giro. In giro??? Ma se era dentro una macchina chiusa!

God bless Zambia.

Alla prossima

Wednesday, April 11, 2007

Una festa africana



































































































































Ragazzi,
non avate idea. Sono in un workshop in mezzo allo zambia e ho la connessione internet nella classe! Nemmno a washington...
vi scrivo presto per raccontarvi le incredibili immagini che vedete qui sopra....il Kuomboka!