Friday, April 16, 2010

Saturday Night Fever in Lusaka

3 settimane fa sono finito a Lusaka per un'intesa due giorni lavorativa.
Principale scopo della visita è stato lo shopping sfrenato per il progetto.
Acquistati un PC, una stampante, un Fax, altro materiale elettrico, cancelleria.
Lucia è riuscita anche a farsi intervistare dalla Unione Europea per un video che “dovrebbe essere visto da 10 milioni di persone”. Vedremo.
Sono stato ospite da alcune mie amiche: una svizzera, amica di lunga data (che negli ambienti degli espatriati vuol dire più di 3 mesi), una canadese, una tedesca e una zambiana.
Una sorta di piccola comune in mezzo a Lusaka. Simpatica.
Venerdì sera abbiamo cenato da un’altra amica, una zambiana rasta che ha vissuto 6 anni a Cuba e insegna educazione fisica all’università.
Cena tranquilla, io ho cucinato, poi party leggero e rilassato da alcuni francesi mai visti.
Sabato un po’ di lavoro, poi nel pomeriggio filmetto e partita a squash con Lucia.
E da lì in poi è iniziato il sabato sera in salsa zambiana.
Prima siamo tornati a cena nella comune e fin qui tutto tranquillo.
Il programma della serata doveva essere un’altra festa di francesi (visto che gli spagnoli e sudamericani latitano, altri latini devono rimpiazzarli per le serate danzanti) e poi andare in qualche locale.
Ci dirigiamo verso la festa. Le premesse per una buona serata c’erano tutte: io e 6 ragazze, con possibilità di acquisirne altre lungo il corso della notte.
Stiamo per arrivare al cancello, quando in mezzo alla strada si profila lo scenario di un brutto incidente. Una macchina in un fosso, l’altra in mezzo alla strada. Distrutte.
I due autisti apparentemente stanno bene, anche se uno è terrorizzato e si nasconde in mezzo ai cespugli per non essere visto.
Una ragazza è stata tirata fuori dalla macchina e giace sull’erba. E’ sotto schock e ha un fianco sanguinante.
Un poliziotto è intanto sopraggiunto e mi chiede, visto che sono uno dei pochi bianchi presenti, se è possibile portare la ragazza in qualche ospedale: la sdrai nel retro della macchina (ho una 4x4 pickup), ci sta di sicuro, mi dice.
In un moto di razionalità interviene l’autista che non si nascondeva e, giustamente, fa notare al poliziotto se ha mai sentito parlare di primo soccorso e che è rischioso muoverla.
Mentre la fila di macchine si allunga, la ragazza zambiana, che era in macchina con me, ci riferisce che ha sentito dire ad alcuni ragazzi, in lingua locale, “Hey, chiamiamo degli amici perché ci sono un sacco di bianchi, macchine grosse, sicuramente c’è qualcosa da rubare”.
Decidiamo allora di muoverci: io con l’amica svizzera, la zambiana e la canadese andiamo in un vicino ospedale (privato) a vedere se è possibile far venire un dottore, Lucia e un’altra collega italiana ci aspettano in un bar poco lontano, la ragazza tedesca rimane vicino all’incidentata che è una sua amica.
Arriviamo all’ospedale.
Esponiamo, in modo concitato, alle 2 infermiere il caso e queste, assolutamente rilassate, ci dicono che:
1) l’autista dell’ambulanza non c’è
2) di provare in un altro ospedale

Notare che l’ospedale qui sopra era a non più di 2 km dal luogo dell’accaduto.
Io esco, mentre le mie amiche, allibite, inveiscono contro il sistema sanitario privato.

Torniamo e scopriamo che in nostra assenza è arrivata la polizia e l’ha caricata su una macchina, un pick up come il mio!
La nostra amica tedesca è andata con loro.
Decidiamo allora che è il caso di sederci in un posto tranquillo e raggiungiamo Lucia ed Elisa al caffè.
Intanto che beviamo una birretta e discutiamo su sanità privata, pubblica, polizia incapace etc ci vengono a fare compagnia una ragazza ugandese e un mio amico di vecchia data di Chikuni, Kasonde.
Dopo un’oretta, decidiamo di muoverci verso un locale che fa anche musica all’aperto, il Vegas.
Visto che posto in macchina c’è, dico a Teresa, la ragazza ugandese, di lasciare la macchina davanti al bar, che è in un centro commerciale. Tenete a mente questo particolare. Accetta volentieri e partiamo.
Il posto ricorda è un mix tra un villaggio turistico e il set di “Madagascar”.
Bianchi pochi. Bianche ancora meno.
Io e Kasonde diventiamo i body guard delle ragazze.
Ci sono varie sale/piste da ballo, e uno spiazzo dove impazza una band che fa cover di bob marley.
Rimaniamo lì un’oretta.
Verso l’1 Teresa decide di tornare verso la macchina e poi a casa dal marito francese, che è a casa a fare il babysitter a Calypso, la figlia. Questo particolare è assolutamente inutile per la nostra storia, ma mi piaceva il nome.
Arriviamo davanti al centro commerciale e il cancello di entrata è chiuso, non con catena, ma accostato.
Scendiamo e arrivano subito due guardie dicendo che all’1 il centro commerciale chiude e con esso tutte le macchine parcheggiate nei dintorni.
Guardo l’ora, è l’1 esatta. Manco fossimo in Germania!
Facciamo notare alla guardia che è questione di un secondo, lui apre il cancello, noi prendiamo la macchina, che è parcheggiata a 5 metri dal cancello stesso.
Niente. Irremovibile.
Teresa e l’altra mia amica provano allora a portare la discussione verso il pietismo: siamo due ragazze, è tardi, cosa dirà mio marito etc.
Niente.
Arriva anche un altro tipo, molto arrogante che minaccia di chiamare la polizia, non si sa perché.
Mentre parliamo, mi viene in mente che Kasonde ha lavorato per la stessa compagnia di sicurezza. Lo chiamo, arriva in 10 minuti.
Chiede di parlare con il diretto responsabile.
Entra dentro il centro commerciale e scompare per 20 minuti. Poi ricompare e guarda Teresa: puoi prendere la macchina, le dice.
Io lo guardo. Cosa gli hai detto? E lui: ho spiegato al capo come funziona la vita. Detto in soldoni, niente casini se no parlo con qualcuno dei piani superiori.

Ecco una sintesi di come funziona lo Zambia. Puoi andare in giro ubriaco la sera a fari spenti e con il motore in totale avaria e non essere fermato (ehi, non è il mio caso!), oppure ci sono episodi come questo, dove di fronte a delle regole chiare, vi è un’applicazione ferrea di esse, per poi ritrovarsi ad avere atteggiamenti degni del “Padrino”, e tutto è esattamente come prima!

Per la cronaca, la serata è finita al mitico Alpha Bar di Lusaka. Questa volta senza intoppi.