E' inutile dirvi che oggi è un giorno storico, non solo per l'America, ma anche per l'Africa.
Un Afro-Americano presidente, pazzesco, impensabile, lo avevamo visto (e poco) solo a Hollywood.
La mia sveglia è suonata alle 6, ma visto che Brunello aveva abbaiato tutta notte, mi sono alzato alle 6.15, giusto in tempo per fiondarmi a casa di Matongo in bicicletta e guardare il discorso di Obama a Chicago.
Mi facevano compagnia Pascale, Haitiana volontaria all'ospedale, ma di passaporto americano, super eccittata e commossa e alcuni amici zambiani.
I commenti sulle elezioni americane si michiavano a quelli sulle zambiane.
Poi a casa a fare colazione, ma anche nelle stradine di Chikuni la gente si fermava e parlava del primo "Uomo Nero" a capo della corazzata America.
Perfino Eusebia, che ho incrociato mentre si dirigeva a casa, è scoppiata in un grido alla notizia ed ha improvvisato un balletto in mezzo alla strada!
Anche Spoon, che come molti si è trovato da amici o parenti a guardare la TV, si è dimostrato sorpreso che così tanti "Muzungu" (uomini binchi in lingua locale) urlassero e incitassero un "Black Man". Non me lo aspettavo, mi ha detto.
Anche il mio vicino, che di prima mattina potava un albero, mi ha detto che ora cambia tutto. Beh, tutto no, gli ho risposto, ma un "Black man in the White House" è una speranza per tutti, anche per dei Black men in a Black Village.
Wednesday, November 05, 2008
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