Tuesday, April 21, 2009

White man can swim












Cari Amici,

come dice giustamente mia mamma: "sei pigro e non scrivi mai".
E' vero sono un po' pigro in questo periodo. Sarà la primavera, magari mi serve del propoli, nessuno che me lo spedisce?
Marco Ferrarini C/0 CeLIM Monze project, 660195 Monze, Zambia.

Sto leggendo molto in questo periodo, sempre senza TV (ma come si sta bene) e con qualche sporadico film e i Simpson a farmi compagnia mentre mangio. Il mio collega Beppe si è portato in Zambia TUTTE le serie e sto facendo una mega scorpacciata.

Visto che il weeekend scorso ero da solo a Monze, evento eccezionale, ho deciso che era il caso di muovere le chiappette e non di seppellirmi in casa leggendo "Il codice da Vinci" che ho finito comunque. tra domenica e ieri. Non così male come pensavo. Avvincente almeno.

Comunque torniamo a sabato. Avevo sentito parlare, da alcuni colleghi che avevano stazionato in zona Gwembe anni fa, di una leggendaria cascata con pozze e laghetti nella valle di Gwembe.
Avendoci lavorato per 2 anni e mezzo, mi sembrava un'idiozia andarmene via dallo Zambia a breve e non avere fatto una gita fuori porta africana in quella direzione.

Dunque sabato alle 13 sono arrivato a Chikuni e ho caricato su: Pascale (l'haitiana), Kasonde e Lowrence, due miei amici e un'amica di Kasonde, più un cool box con birre e acqua.
Dopo mezz'oretta eravamo a Lukonde, circa 40km da Chikuni. Parcheggio davanti alla casa di Wilson, mio ex dipendente a Gwembe. Saluti, abbracci, "come va a Monze", "come va a Gwembe" etc.
WIlson e un suo amico, palesemente alticcio decidono di farci da guida. Cioè, Wilson ci faceva da guida (la cascatella non è molto lontano da casa sua, ma bisogna attraversare un po' di campi di grano), l'amico continuavama a dirmi che mi conosceva ed era grato per tutto quello che avevo fatto x la comunità etc. Mi sono ricordato che era in effetti il marito di una delle nostre beneficiarie del microcredito. Solo che l'ultima volta l'avevo visto sobrio e gli uomini zambiani hanno la capacità camaleontica di cambiare completamente faccia da sobri e ubriachi. Quasi irriconoscibili. In questo caso mi ha anche aiutato l'orribile camicia a rigone che questo signore indossava, unico capo che ha addosso da due anni direi.

Dopo 10 minuti di camminata raggiungiamo un posto paradisiaco.
Il fiumicello forma una serie di cascatelle e pozze tra le montagne. Attorno il nulla. Solo alberi, uccelli e montagne.
Oltre alla nostra piccola compagnia c'erano solo un cane e due pescatori.
Un vecchio pescatore e un giovane. Il giovane era in mutande, slip, con sopra impressa una bella foglia di marjiuana e la scritta "Liuverpool". Questo non mi ha aiutato a chiarirmi le idee. Non sapevo che la città di Liverpool fosse associata alla Marjuana (di solito Giamaica, o al massimo Etiopia) o che la squadra di calcio del Liverpool avesse come simbolo la famosa foglia. Mah, misteri del mercato cinese e della globalizzazione. Calcio e droghe, due prodotti mai fuori moda.
Il pescatore giovane era già in procinto di gettare le reti, ma ha aspettato che noi ci buttassimo e facessimo un po' gli idioti in acqua. Beh, almeno io. Nessuno degli altri 4 (Wilson e l'amico hanno solo guardato) mi sembrava fosse un grande nuotatore. le due donne poi hanno fatto il bagno una in jeans (pascale), l'altra solo guardato e scolato una birra.
Quando il giovane pescatore ha infine visto che l'unico che si avventurava nelle "profonde" acque della pozza (profondità 80 cm se tanto) era l'uomo bianco, ha gridato: White man can swim!
Chiaramente non era al corrente che si solito, nelle piscine olimpioniche di tutto il mondo, sono i bianchi a stupirsi quando i nuotatori neri stanno a galla.
In effetti il nuotare per lui non era ludico o fisico, anche se chiaramente, pancia di Kasonde a parte, quello meno in forma del gruppo ero io, vecchio compreso, ma pratico. Si nuota per pescare.
A Wilson ho anche chiesto: ma tu venivi mai qui da piccolo. Si, per pescare, mi ha risposto. E per divertirti? Per divertirmi? No.
Dopo aver pazientemente atteso che il white man e i suoi amici si fossero ben bene divertiti, il pescatore giovane si è poi tuffato e ha messo la rete nella pozza.
In 15 minuti in acqua non ho visto nemmeno un pesce.
Ma quando la viene a riprendere? ho chiesto a Wilson. Domani magari. Mi ha risposto. Ma non pesca per vendere, è solo per mangiare qualcosa di diverso, ha aggiunto.
Il tutto ha iniziato ad avere senso, visto che la rete aveva più buchi che le calze del vagabondo di Charlie Chaplin.
Dopo aver bevuto con calma le birre mentre il sole iniziava a calare, ci siamo rivestiti e incamminati verso il villaggio.
Kasonde in macchina ha colto lo spirito capitalista e manageriale dell'uomo occidentale: sarebbe bello se vicino alla cascata ci fosse un lodge, vero? Si, ho riposto, ma come ci arriva la gente se non c'è la strada? Ah, ha detto, non ci avevo pensato. Forse è meglio se prima si fa la strada no? Si, ho ribattuto, ma così avremmo un sacco di gente, e per lo più bianchi (chi del villaggio si permetterebbe l'entrata ad un lodge?) e la cascata sarebbe deturpata, taglierebbero alberi etc. (scenario da Green Peace non probabile N.D.A). Kasonde ci ha pensato qualche secondo e poi, guardando fuori dal finestrino ha detto: mah, magari al massimo la prossima volta portiamo la tenda e facciamo un fuoco, può bastare. Sono d'accordo, ho concluso.